martedì 7 dicembre 2010

voci degli attori - Scribano

Ricevo, leggo, mi commuovo...e posto senza filtri


Quando mi è stato chiesto di scrivere due righe su questa nuova esperienza teatrale, ero ampiamente propenso a desistere poichè terribilmente impegnato. Sembrerà paradossale che un detenuto non possa avere tempo disponibile per stendere un breve scritto...ma posso assicurare che è effettivamente così.
Poi però, dato che a chiedermelo è stata la mia "assistente personale preferita" non ho potuto negarmi..e così eccomi qui ben lieto a narrare gli aneddoti e gli sviluppi di codesto scandaglio.
Sono carcerato da tempo, direi da abbastanza per potermi definire ormai un uomo maturo e consapevole..almeno più di quanto lo ero all'epoca dell'arresto..e questa è la mia terza "avventura" teatrale. Non posso certo esimermi dal raccontare che codesta, sotto l'aspetto emotivo e professionale è la più eclatante. Probabilmente dovuto al fatto che quest'anno il regista "THE BOSS" è molto giovane rispetto al precedente, e seppur sia mio coetaneo, abbia da subito percepito e mantenuto un rapporto si amichevole, ma comunque giustamente distaccato. Sembra sia veramente un "rapporto-lavorativo" tra "professionisti" (quando effettivamente l'unico professionista è solo Lui..almeno in quest'ambito..) praticamente sin da subito ha preso il "comando" delle circostanze, comportandosi molto professionalmente e con una spiccata competenza, da inculcare di pronto deferenza e passione per ogni singola scena. Credo sia appunto grazie a questo suo modi di porsi che ha guadagnato in modo repentino il nostro rispetto nonchè massima dedizione ed attenzione.
Inoltre, in questa occasione abbiamo persino goduto della piacevole presenza di Simona, la "nostra" assistente..nonchè mia "preferita" (e chissà lo sia solo perchè l'unica...) comunque posso francamente dire che si è rivelata di grande aiuto, almeno per quanto mi riguarda.
I suoi saggi consigli. e persino i suoi "irritati" ma consapevoli richiami si sono dimostrati di notevole ausilio. Personalmente posso affermare che mi è stata di rilevante importanza col suo conforto e parole durante una "giornata-NO" ove proprio non vantavo alcun entusiasmo e tanto meno prestazioni (teatrali) rilevanti; anzi addirittura ero fermamente deciso a rinunciare alla prove...ma invece in soli 5 minuti Simona ha saputo "ricaricarmi" al massimo facendomi tornare "di corsa" a concludere la recita, ed eseguendo poi una tra le mie migliori "esibizioni"....eh beh, è molto "furba" la nostra Simona...Pure con lei vige un rapporto molto amichevole, ma altrettanto rispettoso e serio. Beh, effettivamente è particolarmente austera, e guai a...fumare "in sala prove"..a riguardo non si lascia minimamente scalfire nemmeno "sotto ricatto"...In ogni caso non posso comunque esimermi dal ringraziarla profondamente per tutte le attenzioni mostrate nei nostri confronti e per la serità ed abnegazione con cui ci è stata vicina aiutandoci e consigliandoci nel migliore dei modi in ogni scena.
Spero vivamente in un futuro possano tornare entrambi, e sicuramente mi troveranno gioioso e ben posto a rivivere con l'entusiasmo e la partecipazione di sempre l'ennesima esperienza teatrale.
Tutte le esperienze teatrali da me consumate finora, sono state certamente molto costruttive e dilettevoli oltre che emozionanti e meritevoli di preziosi ricordi. Sinceramente anni addietro mai e poi mai avrei ipotizzato di apprestarmi a recitare...ed ancor meno speranza avrei riposto sulla prospettiva di farlo dnnanzi a persone sconosciute...Invece eccomi qui, per la terza volte consecutiva, ad esprimermi col massimo interesse e devozione sotto i "riflettori" e tra gli applausi (almeno di codesti si spera..) dei presenti.
Sicuramente non sono la persona più adeguata per divulgare "consigli"; ma avverto comunque un irrefrenabile desio di esortare tutti quanti ad "avventurarsi" nel mondo teatrale poichè a mio parere ed opinione è un universo meritevole di decoro e di esperienza nonchè di agevolazioni economiche.
RAGAZZI e RAGAZZE: se ne avete l'opportunità provate a fare teatro; è divertente e salubre, e comunque non reca danno a nessuno
                                       Scribano G.




lunedì 6 dicembre 2010

foto dal nostro spettacolo


voci degli attori

Ricevo e così posto - senza filtri

                                                                         Ancona, 01-12.2010 h. 20.10



L'attesa...la paura, anime redenti, anime in pena, questo è il nostro purgatorio, qui non c'è nessuno..a chi lo racconti?
Alle persone che vengono da fuori?
Anche loro hanno le loro paure, la loro attesa.
Cos'è il Purgatorio?
Uno stato d'animo, l'ansia, quell'attesa di ogni giorno, di essere accolto da tanta gente che ti sorride, per un attimo dimentico ansia, paura, attesa, dopo un sorriso, un applauso sparato
Torno al Purgatorio..il mio purgatorio!!

Il frutto di un lavoro svolto nell'arco di circa 3 mesi si è concluso oggi con la messa in scena del "Don Giovanni" di Mozart.
Frutto di un laboratorio teatrale iniziato con l'ascolto di alcune tracce musicali ed il riassunto del Prof. Grassini.
L'inizio del lavoro per me non molto facile, in quanto il recitare non fa parte del mio io, ho concluso la mia performance con una piccola parte e, questo grazie al costante impegno del Regista Luciano e il sostegno di Simona, non dimenticando Chiara che curava la parte musicale.
E ringraziando quest'ultimi, auspico che, in un futuro non molto lontano questa esperienza possa essere svolta all'esterno di questo Purgatorio, dove si potrà cogliere la vera adrenalina di un palcoscenico.
                                                                                                                        Luca L.

venerdì 3 dicembre 2010

voci dai nostri spettatori prima parte

ora inizio ad inserire le voci altrui
chiederò al pubblico di raccontarmi l'esperienza dello spettacolo in carcere
sono per lo più persone a me vicine per lavoro a cui posso strappare impressioni e sensazioni
il primo a "raccontare" sarà però uno spettatore particolare
si perchè
abbiamo avuto un ospite particolare
particolare perchè è capace di guardare oltre la superficie dei volti e delle cose dette
e poi raccontare in un modo speciale
leggete e godetene
qui



giovedì 2 dicembre 2010

girandola

ho una girandola in testa e nel cuore





due giorni emozionanti
due spettacoli splendidi
completamente diversi,
diversi tra loro
diversi da tutte le prove fatte
come sempre d'altronde a Teatro....
oggi dovrei postare tante tantissime parole
ma le dita sulla tastiera restano mute....
quindi per oggi soltanto

GRAZIE
GRAZIE  a tutti loro_che non dimenticherò mai
da domani vi racconto tutto
tutto quello che abbiamo e non abbiamo fatto
in questa girandola di sorrisi abbracci sudore e lacrime (le mie)

lunedì 29 novembre 2010

ho sognato coriandoli di notizie

era una piccola pila di giornali
con la mia coinquilina ci siamo messe una domenica sera a ritagliarli
al'inizio precise e attente
alla fine distratte e arrangiate
erano le 2 di notte quando abbiamo terminato
nello sforbiciare frenetico
cercavo di eliminare il senso da quei fogli
 che non affioressero parole a loro note
(arresti, droga e cose similari)
che dalle pubblicità non affiorassero avvenenti figliole (che fuori contesto, di certo sono sempre più procaci nelle pose e nelle immagini in cui sono rappresentate)
perchè_come mi hanno raccontato l'ultimo giorno e per riservatezza non racconto_la mancanza di vedere, incrociare, avere prossimo un corpo femminile, è molto sentita

ho tagliato un sacco di volti
quelli della politica locale
quelli della scena nazionale...
in un chissènefrega dentro la mia testa sempre più imperante: mentre sei dentro le cose fuori scorrono senza che tu possa fartene una vera idea

sta notte insomma ho sognato coriandoli di notizie, di frasi, di volti famosi

sempre più agitata, fra un paio d'ore vado in carcere
a vedere quello spazio vuoto e nudo fino ad oggi
tramutato grazie alle magie di michele e dei tecnici del teatro
in uno spazio di spettacolo vero e proprio

venerdì 26 novembre 2010

ricorderò?

ricorderò tutte le cose che ancora devo portare per lo spettacolo?
allora vediamo
- un copione in più a testa da mettere  "a Corte" visto che entrano "a Strada" e così ce l'hanno da entrambi i lati (RICORDARSI di ricordar loro di prenderlo su dalla cella)
- i costumi che Pina_la mamma tondettina_sta stirando, lavando, sistemando in una gran bella confusione di casa (che mio papà ha capito che sta per esserci uno spettacolo)
- 3 scope di saggina
- i fiori di carta, bianchi e rossi
- i costumi da lavoranti per luciano, chiara e me...anche noi dobbiamo cambiarci
- le foglie che in questi mesi, pazientemente Alessandra ed altre anime belle, stanno raccogliendo per coprire il palcoscenico
- i pezzetti di ritagli di giornali..da sistemare sotto le foglie per riempire bene davvero dappertutto
(quindi RICORDARSI di fare i ritagli di giornale...)
portato dentro tutto..beh è essenziale:
ricordarsi di tutte le parole che vorrò dire loro in quei momenti finali
ricordarsi che sono lì per aiutarli con le entrare e le uscite
(cioè RICORDARSI  di non incantarsi davanti allo spettacolo)
ricordarsi il rinfresco
(ricordarsi che non si può portare dentro l'alcol)
ricordarsi tutti quelli che si vogliono ringraziare...
ce la farò?!?!?!?
inizia il panico, come se dovessi io recitare!!!!:)

giovedì 25 novembre 2010

le migliori frasi

come ogni finale che si rispetti
cerchiamo di fissare le migliori battute che dai due gruppi sono nate spontaneamente

"Don Giovanni mi vuole comprare?"
"Io? Ma quando mai, io non compro nessuno!!!Su Leporello, dimmi QUANTO VUOI!!"
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"Tu dici uomo di colore a me?!?!?!AHhh io moh ti spiego: quando sono nato ero NERO, quando sono cresciuto sempre NERO, quando sono arrabbiato NERO, quando morirò NERO..e tu invece Leporello..quando nato eri BIANCO, cresciuto ROSA, quando tu sei arrabbiato VERDE, se malato GIALLO, da morto VIOLA...allora Leporello chi dei due è di colore!?!?"
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"nooo, io non ci davo a vedere, ho paura, ho paura..no no non vado e poi scusi don Giovanni, se vado e poi non torno?!?!"
"EHHHH CAro Leporello, se non torni...arrivederci!!"
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"Mah!! io non so cosa faccio, non so cosa mi sta capitando: addirittura ho provato ad ammazzare il mio migliore amico!!!...mmm...dai vabbe NON IMPORTA.."
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"Ma che ne potevo saper io che quel pazzo era il commendatore!!!io ho provato a difendere la povera pulzella, ho fatto scudo con il mio corpo e poi l'ho preso, l'ho allontanato...e lui NON MI VA A CADERE, SBATTERE LA TESTA E MORIRE!!!Giuro..è stato un incidente!!"
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"Ahhhh si si Don Giovanni, mo' lo sento il profumo che sentite...è profumo di Ragù!?!?!"
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...vabbè mi fermo altrimenti vi metto tutto il canovaccio_i canovacci che i due gruppi nel corso dei mesi hanno scritto/detto...


..lascerei però la fine al più timido, chiuso e sorridente di tutti, un ragazzo trai detenuti comuni che all'inizio pensavamo fosse muto, ed invece ora regge due scene grandi ed importanti e un giorno spontameamente si è inventato

"una donna per te Leporello?..ppe tia mancgo un cgane"...tutto in un siciliano comprensibile ma strascicato che ha tramutato il Don Giovanni scanzonato e guscone della scena precedente, nell'indolente e rilassato Don Giovanni che desidera Zerlina per un paio d'ore...

ultimi giorni di laboratorio

ieri ed oggi sono stati gli ultimi giorni di laboratorio
c'è la concitazione e la concentrazione per lo spettacolo
e abbiamo perso di vista questo aspetto: lo spettacolo sarà altra cosa dagli esercizi fisici, dai giochi scemi per scaldarci, dal lavoro di improvvisazione che in questi mesi ci hanno accompagnato.
A dirvi il vero, io l'ho pensato costantemente, mentre li guardavo provare:
mi mancheranno di certo tanto; mi mancherà la trafila per farli "scendere", il loro modo di salutarci e salutarsi tutti, in una socialità e contatto che noi fuori spesso non facciamo più.
Mi mancheranno i continui cambi di umore che portavano al laboratorio: all'inizio trattenevano e si deconcentravano. Adesso hanno imparato a fidarsi e a parlare se c'è un problema: questo permette loro di liberarsene per un pò_giusto il tempo di stare con noi a recitare.
Dopo tante settimane di sola musica lirica, questi ultimi due giorni abbiamo introdotto canzoni "altre": per ballare, per cantare e rilassarsi.
My padre ha insegnato a Luciano a ballar la salsa, Noè si è messo a cantare Bob Marley. I comuni hanno ballato Donna Summer e altri pezzi storici di disco music
che emozione vedere tanti volti, tutti assieme, ridere di gusto, ridere come un vero atto liberatorio


martedì 23 novembre 2010

23 NOVEMBRE

Così come sentita
Così a voi riportata

"A Lucià ma sempre le stesse cose dobbiamo andare ripetendo....??uffff"
"Eh lo so Vincè, che devo fare..questo è il TEATRO"

gentile dialogo tra un attore e il suo regista all'ennesimo filato della settimana

lunedì 22 novembre 2010

i costumi

La Fondazione del Teatro delle Muse ha messo a disposizione i propri abiti di scena per lo spettacolo
si useranno gli abiti dei cori..
i nostri Don Giovanni saranno vestiti in smoking




i Leporello con divisa da cameriere
i Lavoranti con dei completi di tela neri

vederli provare i costumi è stato divertente:
dal solito inizio un pò scanzonato..si sono tutti messi seri, hanno intrapreso la vestizione e poi si sono messi a girare e guardarsi, felici che il loro impegno in questi mesi li abbia portati fino a lì.
Glielo avevamo detto, ma probabilmente non avevano in alcun modo visualizzato il significato di questa cosa..
Osservandoli, cambiati in quegli abiti, mi sono accorta che avevano aspetto e sguardi diversi: non solo ancor più attori mi apparivano, ma anche uomini qualunque, ben vestiti per una occasione speciale.
Ho provato felicità per averli trovati persone qualuque: una banalità non tanto banalità in un luogo così.

venerdì 19 novembre 2010

i fiori




i fiori di carta
già una volta citati
ieri li abbiamo visti nascere
siamo stati alcuni minuti assieme ai detenuti che ce li stanno facendo
sono silenziosi ragazzi senza lineamenti, (perchè non sono riuscita a guardarli in volto):
un pò di imbarazzo reciproco, credo
siamo stati pochi minuti
li abbiamo ringraziati tanto,
Luciano ha spiegato loro come sarebbero serviti
quanto sarebbero stati importanti:
copriremo la scena finale con i  loro fiori bianchi
il palco, che è stato occupato fino a quel momento da foglie rumorose e colorate
si spoglierà delle risate e della confusione
e diventerà serio e intenso
con tanto bianco...finirà con la morte di Don Giovanni dietro dei lenzuoli bianchi

uno di loro ha bisbigliato
"bello"
e penso che aver ottenuto l'autorizzazione alle riprese ci permetta una cosa, più importante delle altre
far vedere a loro, i detenuti in isolamento, il risultato e la bellezza delle loro ninfee di carta

mercoledì 17 novembre 2010

a passeggio

oggi si fa un filato con i detenuti comuni
inizia a venire fuori qualcosa
abbiamo poco tempo
ma possiamo farcela
Luciano prova a fissare la memoria con una "tecnica"
e ad un certo punto chiede al gruppo dei "lavoranti"
di mettersi a camminare sul palco come schierati, seguendo tutti lo stesso ritmo, facendo una azione_sempre la stessa_ma all'unisono...
(I Lavoranti sono dei personaggi inventati da Luciano utili a raccontare le parti dove dovrebbero esserci parti femminili, ma soprattutto per dire davvero che cosa racconta Mozart nella sua opera...perchè gli altri ci han messo così tanto...che la storia a tratti è un pò stravolta...)

Non viene benissimo..diciamocelo..
ed io penso che non sono abituati, che sarebbe difficile anche per me camminare assieme ad altri con lo stesso passo..e bla e bla e bla...
poi finiamo
ci salutiamo
aspettiamo che vengano ad aprire (ci chiudono dentro lo spazio in cui proviamo) e vedo nell'attesa che

2 si mettono a camminare
su e giù
in un percorso non più lungo di 5 metri
con lo stesso passo
la stessa dose di energia e di movimenti
e parlano
parlano a bassa voce...
penso stiano provando (anche se uno di loro non è un lavorante)
mi vedono guardare
mi imbarazzo e chiedo
"che fate?"

"andiamo a passeggio"

tecnicamente per venire a fare con noi Don Giovanni perdono "l'ora d'aria"...che in sostanza è camminare appaiati in un cortile non tanto più lungo dei 5 metri per un paio d'ore..e facendo su e giù parlare del più e del meno..a furia di far così prendono il medesimo passo..e sembrano un corposolo


"visto che abbiamo qualche minuto..andiamo a passeggio.."





mi frulla in testa di tutto..
alla fine per non perdere il mio ruolo e non entrare in terreni non a me familiari, fatti di commenti e frasi fatte, dico al "lavorante"
"BRAVO!!nell'ultima scena cammina con gli altri come stai facendo ora!Perfetto".

Il "lavorante" mi sorride con il suo bello sguardo verde bottiglia, sgomita il compagno e guardandosi la punta dei piedi torna a passeggiare dicendo "mi sa che da fuori sembriamo proprio due matti"

Due matti no, ma mi sembrano due che stannno andando avanti (e forse la matta..son proprio io)

martedì 16 novembre 2010

Scribano

oggi vi racconto di Scribano
uno dei detenuti in alta sicurezza
Scribano è il più capace
oltre ad essere quello che l'ha già fatto_il teatro in carcere
Scribano ha uno sguardo piuttosto mobile ma alquanto allucinato: sembra che non segua
sembra essere altrove
e poi..zaaacccccccccccccccc..entra con la battuta giusta
oggi abbiamo provato un filato
ed è andato molto bene
soprattutto Scribano
solo una cosa ho notato mentre provava
nella stanza angusta dove stiamo
ha guardato fuori
ha ascoltato la battuta ripercorrendo con lo sguardo il profilo del tetto del carcere, di là dalle sbarre
avrei voluto essere nei suoi pensieri per cogliere quello che non chiediamo loro mai:
quanto state male qui?
si ride molto
si prendono molto in giro
e molto prendono in giro il loro stare lì
ma le depressioni, la solitudine, il senso di vuoto non possono appartenere solo a storie lontane...
non siamo qui per fare psicoterapia
non siamo qui per trovare soluzioni o dare a loro delle verità utili fuori
siam qui e li ascoltiamo mentre la musica sotto va avanti...

ps. Scribano in verità si chiama BIIIIIIIP (rispettiamo i nomi_di tutti) e gli ho dato questo soprannome perchè è sempre con la penna in mano_perchè aiuta qualcuno riscrivendo la parte...perchè ama scrivere

lunedì 15 novembre 2010

questa settimana

e questa settimana saremo sempre lì
martedì e mercoledì
giovedì e venerdì
passeremo tanto tempo in più in carcere..per provare e riprovare
siamo su quel limite dove la memoria sta per non far più cilecca..ma una volta fissata, sarà dura correggere in corsa,
è comunque difficile provare senza "il palco", in una stanza che è molto più piccola di quella che si userà
..davvero qui la fantasia deve spadroneggiare su tutto
fantasia degli attori, fantasia del regista.

venerdì 12 novembre 2010

Modelli negativi

Ieri con gli ospiti dell'ALTA SICUREZZA si son fatte le chiacchiere
un pò mi hanno canzonato
un pò mi hanno raccontato
con il più serio e riflessivo, ieri siamo arrivati a parlare di modelli per i giovani di oggi, ma che poi in fondo lo sono per noi tutti (mi raccontava che aveva letto che in sudamerica hanno vietato certe soap opera perchè sono  modelli negativi per le casalinghe che si sentono frustate se non hanno dieci amanti, 7 figli illegittimi)

criticavo il sistema alla "Briatore-Corona-Lele Mora" che spinge le ragazzine alla ricerca di una affermazione solo attraverso la loro bellezza e attraverso la mercificazione del loro corpo
"Brava..ma dimmi un tuo modello positivo?!?" mi dice il detenuto con lo sguardo sempre un pò triste_che poco si illumina
Sono rimasta in silenzio per molti secondi
Forse alla bocca mi stavano affiorando solo nomi di uomini che hanno combattuto l'illegalità e le mafie
(e dirlo lì, francamente, rischia di diventare antipatico)
..ma nomi provenienti da altri "mondi" proprio non mi venivano...inebetita ho tentato di parlare
Ma il detenuto serio mi ha immediatamente apostrofato

"Vedi, è più facile scagliarsi contro ai modelli negativi, che sceglierne di positivi"

Ogni giorno creano delle voragini nei luoghi comuni che abitano il mio cervello

giovedì 11 novembre 2010

Noè e la musica


Noè è nero e imponente
alto e molleggiato
Noè ne avrà fatta una grossa, visto la sezione in cui si trova
Noè ha voce vellutata e molto profonda,
un vago accento british e porta spesso una berrettino sul capo liscio
Noè è il nostro Don Giovanni nero:
questo è singolare e interessante. Alle Muse l'ultimo Don Giovanni proprio l'anno scorso fu un bellissimo ragazzo di colore (gioia infinita del pubblico femminile)..e noi abbiamo NOE' ha una musicalità che mette in ogni parte del suo agire: non solo nel parlare, nel recitare, ma muove danzandosi, ride cantando...non solo le senti, ma anche le vedi, le odori..le note con NOE'!!

Noè sarà il nostro Don Giovanni forte e determinanto, sprezzante del pericolo e a tratti sfacciato

(Enrique invece sarà il Don Giovanni furbo e romantico, spagnoleggiante e comprensivo col suo servo)

Noè canterà due canzoni sue: con un suo amico (che poi è Scribano..cioè LEPORELLO) ha letto e riletto il testo dell'opera mozartiana ...dalla lettura sono nati dei testi originali che danno nuove chiavi di lettura.
Musica che entrerà piano piano nel suo recitare..fino a dilagare e diventare canto.



spiazzata

per due giorni me ne sono stata sola soletta con i mei carcerati...
il mio regista è impegnato con un insegnante russo...
temevo indisciplina tra i detenuti comuni (molto più propensi alla confusione)
e ero certa di grande rigore tra i componenti del gruppo Alta Sicurezza...
naturalmente rimango SPIAZZATA
i detenuti comuni ci mettono una energia
una intensità e una concentrazione mai vista
i detenuti dell'alta sicurezza sembra non prendino sul serio ripetere davanti a me le parti...
come al solito le forti convinzioni..se le soffia via il vento

martedì 9 novembre 2010

Notizie dal mondo

OGGI prendo spunto da una notizia catturata su un giornale di carta frusciante..e adesso approfondita grazie alla testiera e ad internet

il Titolo, recita
PER SCONFIGGERE IL CRIMINE ...BASTA ASCOLTARE MOZART

WOW..titolo perfetto per noi!!è ironico naturalmente, ma magari è una chiave di lettura che domani posso proporre agli attori
leggo meglio il testo..dei passaggi in effetti non mi convincono...però l'inizio è troppo divertente..
il sotto titolo è già un programma...

Il test nella città di Christchurch, in Nuova Zelanda: gli altoparlanti diffondono le sinfonie e i reati spariscono. Il musicologo "Quelle note sono un miracolo di perfezione ed equilibrio che predispone alla tranquillità" 

Sarei abbastanza curiosa di vedere le statistiche e i tipi di reati che si commettono in Nuova Zelanda (le famose mafie neozelandesi)...
Ma poi si prosegue..

LE MUCCHE fanno più latte, i neonati crescono meglio e le città diventano più sicure. Tutto merito di Mozart, della sua musica serena ed armoniosa. Dopo gli studi scientifici, ad accertare gli effetti benefici e sorprendenti dell'armonia mozartiana ci sono i rapporti sulla sicurezza nelle strade. La polizia di Christchurch, terza città della Nuova Zelanda per numero di abitanti, ha reso note le statistiche su crimini minori commessi nel City Mall, quartiere commerciale dal 2006 al centro di una vasta opera di abbellimento e riqualificazione e dal 2009 allietato dalla musica di Mozart. L'anno scorso, infatti, insieme alla realizzazione di una vasta area pedonale, le autorità municipali hanno deciso di installare nelle vie commerciali del quartiere degli altoparlanti, per diffondere le opere del genio di Salisburgo.


Vi risparmio il resto: si parla di bighelloni, "sfollagente" e dei punkkabbestia di Bologna...meno interessante, forse assai superficiale come sviluppo dell'argomento
Però ACCIDENTI...seguendo questo articolo..CI ABBIAMO BECCATO IN PIENO!!!
Volevamo proporre l'anno prossimo Così fan tutte,sempre cioè il caro vecchio  Wolfgang...si che saremmo rieducativi! Fare per due anni di seguito Mozart... 
Scherzo, ma nello scherzo ricordo chiare le parole di Vincenzo dell'Alta Sicurezza: al Prof Grassini CI disse (scusate omaggio proprio a Vincenzo, che mette il "CI" ovunque) "Professore a me la musica classica rilassa assai!mi sembra di riuscire a pensare ad altro quando la ascolto".
Ecco forse possiamo con questo lavoro essere curativi all'anima: regalare un pò di serenità, naturalmente grazie alla CuraMozart
:)
buona serata

in gruppo

con questo progetto
mi sento parte di un gruppo, fatto di gruppi che forse tutti assieme non si incontreranno mai...

c'è la Casa Circondariale di Montacuto, con i suoi ospiti e le guardie, la burocrazia e i sorrisi delle educatrici

c'è Luciano e il suo ingegno, Luciano e il suo personale modo di fare teatro, di ascoltare l'opera lirica, di rapportarsi alle persone..

c'è questo blog e chi lo legge

e poi c'è la Fondazione, con i suoi innumerevoli ruoli, competenze, meravigliosi colleghi, che non smettono mai di sorreggere il progetto
c'è il supporto di chi ci lavora direttamente, di chi si fà incuriosire dai miei racconti, di chi ci presta scope di saggina (piuttosto: chi ha 2 scope di saggina da dare?ci servono per la scenografia, per le foglie...)
c'è chi raccoglie le foglie che verranno spazzate con le scope di saggina (che numerosi ci presterete..)
e qualche giorno fa, una che fa parte di uno questi tanti gruppi, ha iniziato a divulgare il blog tra amici e conoscenti..
ero un pò imbarazzata e un pò felice..
con vero onore, annuncio a tutti i gruppi che siamo finiti qui.....

grazie davvero, non ci metto tante altre parole..proprio non servono

lunedì 8 novembre 2010

fiori bianchi su foglie gialle

le foglie saranno rumorose sotto i piedi degli attori
gireranno
formeranno masse qua e là
mettendo a nudo il palco
che qualcuno avrà la briga di sistemare
sopra di esse
all'inizio
alla fine
ci saranno fiori bianchi
tanti e delicati, come solo gli origami sanno essere
tovaglioli di carta piegati e ripiegati da altri carcerati
quelli che stanno in isolamento
quelli che non escono davvero mai
piegheranno e ripiegheranno veli perchè diventino delicate ninfee
così sentiremo un pò di più di aver fatto un lavoro corale
anche agli attori la faccenda è piaciuta
ma è un controsenso pensare di "formare un gruppo" all'interno di una casa circondariale?


sono due esempi di fiori che verranno realizzati a centinaia dai detenuti.
Foto Fabio Leone. Dotato di grande pazienza

giovedì 4 novembre 2010

chi sono_perchè lo faccio

mi chiamo Simona
ho 32 anni
lavoro da un pò nel mondo dello spettacolo dal vivo: nè ho fatte di tutti i tipi in questo settore..nulla di nuovo farne una completamente diversa dal passato...quindi avanti in carcere, a vedere come funzione...

sono dentro ad una casa circondariale a  seguire_anche per scrivere questo blog_il lavoro di una gran persona,
che è anche un bravo e giovane regista di teatro, ma con ottime conoscenze del mondo della lirica:
 Luciano Colavero (come dire...io questo sul mio curriculum ce lo metto..il "guaglione" è davvero grande)....

seguo questo progetto perchè me l'hanno chiesto, forse intuendo della bomba di entusiasmo che sarebbero esplosa dentro di me, grazie a questa esperienza

Sono un fiume in piena:
sorrido felice e dico ai colleghi in Fondazione "ciao ragazzi vado in carcere..ci vediamo domani"
innondo dialoghi, lettere, pagine di social network di tutti gli aneddoti che in 8 ore settimanali di presenza a Montacuto mi capitano
Sono diventata monotematica!!
Dentro il carcere sorrido, sbircio, curioso, mi immergo nei dialoghi, ascolto il Regista come fosse un santone
Ho una parola per ogni detenuto, una serie di domande che generano racconti infiniti: partecipo bravura e ai fallimenti attoriali di ognuno di loro..
Un pò madre, un pò custode delle richieste e dei limiti di un lavoro come questo, la mia importanza risiede nell'attenzione affinchè "tutto fili liscio": poi sono anche pubblico, suggeritrice, "porta acqua" e dama di compagnia dei pasti del regista...
Insomma lo faccio perchè sono un pò matta e un pò savia: so che entrare lì mi avrebbe aiutato a capire un pò meglio il mio lavoro, me stessa e i limiti che tutti hanno.


Ecco...a metà del percorso, a metà del blog, immerso in mille altri post, posso dire
IO LA' DENTRO MI DIVERTO!!!!

l'ora d'aria

l'ora d'aria non so quanto duri
di per certo non un'ora
è un tempo dove i detenuti possono uscire dalla claustrofobia..se non hanno nulla da fare
devono rimanere in cella
c'è chi viene a fare Don Giovanni
chi a prendere un esame di licenza media
c'è chi va a correre
c'è chi si siede nello spazio in comune in attesa che altri detenuti passino a portargli saluti e rispetto
c'è chi scrive una email alla morosa e se la fa correggere dal prof di matematica che non ci siano errori di grammatica
c'è chi fa i servizi di pulizie della struttura intera: uffici, corridoi...che più lavi più sembrano sporchi
 tutto finisce per le 18..o giù di lì
e si ha il tempo per rimanere chiusi a pensare
o fregarsene e aspettare che il tempo passi
o cucinare, perchè a detta di Eugenio, "qui dentro si mangia così bene assai che si rischia di ingrassare...non quello che ci passano, ma quello che riusciamo a preparare"

Baiocco

Baiocco_l'ho inventato io per lui il soprannome
Baiocco la mattina non viene..si affaccia solo dopo la pausa pranzo annoiato e poco partecipe.
Mercoledì non ce l'ho fatta, sono stata diretta e gli ho detto "Ah Baiocco se vieni solo quando pare a te, beh non è proprio il massimo.."
"io non ce l'ho la polacca..e mi fa schifo la mia cella: ogni mattina la pulisco_Anche per gli altri due_faccio i servizi, riordino...non mi puoi chiedere di vivere nello sporco"
Come biasimarlo: noi pretendiamo impegno, dedizione..perchè sappiamo che poi alla fine questo porterà ad un ottimo risultato...ma la prospettiva dei 3metrix3 divisi con altri due individui...cambia le mie aspettative
e immagino Baiocco, che deterge e rende igenicamente accettabile il luogo che gli hanno assegnato...
E' un modo di certo per stare un pò meglio..
Baiocco è al giro di boa...ne ha già passati tanti di anni in carcere, visitandone molti...e ora gliene restano altrettanti di anni (e forse di strutture penitenziarie).
Non parla con speranza, ma con un pò di sollievo: "diciamo che sono messo meglio...il più è passato".
Mi parla di sconti di pensa, procedure...ascolto silenziosa, poco ci capisco.
Poi mi dice qualcosa per cui riflettere
da condividere
"mi fai lavorare  per un pò di mesi, tu Istituzione, dopo 30 anni di galera...poi esco
..non ho nulla da parte, sono passati così tanti anni che non ho idea di come è cambiato l'ambiente..il mondo...sai cosa faccio io quando esco?...ci ricasco"
...
"mettimi alla prova prima: fammi lavorare anche solo un'ora al giorno, fuori dalle sbarre, quando mancano 10 anni...quei soldi me li metti da parte...il percorso, ben più lungo, mi aiuterà a capire meglio cosa significa stare fuori.."
Forse è vero che queste persone sono entrate perchè non "sapevano stare al mondo"...e  ributtarceli dentro dopo così tanto tempo...è più deleterio che inserente...

martedì 2 novembre 2010

la lapideranno

la lapideranno
e noi staremo a guardare
ci indigneremo, firmeremo
qualcuno più importante di noi finirà sulle Tv perchè ha detto qualcosa di utile, di importante...
lei ora è dietro a delle sbarre
sta passando delle ore in solitudine e in angoscia: qualcuno le avrà detto che il mondo si sta mobilitando per lei
credo ai simboli
credo nella giustizia
credo nel vivere civile
non credo nella pena di morte
non credo nella detenzione senza ritorno
e credo che se non fossi entrata in questo carcere, ora sarei davvero una persona peggiore
credo di aver imparato molto da chi ha commesso degli errori
da chi si è pentito e da chi non si pentirà mai

venerdì 29 ottobre 2010

I TABU'

lì dentro non si può dire

carcere
carcerato
reato
cantare..perchè chi canta è un infame, dice i nomi di chi è fuori

non si può dare del gay a nessuno (aspettate, usano altri termini ovviamente..)
poi se vogliono, di sè stessi possono dire
colpa, colpevole, furto, omicidio, associazione (lì dentro l'associazionismo è sinonimo di pericolosità del detenuto), droga...

lì dentro gli argomenti più dolci, più evocativi..sono di certo le città da cui provengono..
Napoli è regina, poi viene la Sicilia (che è più che dire "sono di Palermo")
...chi viene dal nord non si rivolge mai al suo paese, alla sua città: chi viene dal nord osserva stupito le città del sud affacciarsi nelle parole altrui

giovedì 28 ottobre 2010

collina con le antenne

ognuno abita la propria esperienza
oggi ho guardato a lungo fuori dalla finestra
anche quando guardavo gli attori recitare
vedono campagna tra le grate delle finestre
campagna da ogni lato
però c'è anche il Conero
per me il Conero è evocativo
mare
blu
estate
mi incanta ogni volta che entra nel mio campo visivo

per loro è una collina con le antenne
"un posto dove si va al mare!?!?!"
no il Conero è una collina con le antenne visto dal carcere è
al massimo una collina con le antenne "circondata da un mare di campi e altre colline"

come smentirli?
posso solo perdermi in un racconto sul mare di portonovo un giorno che verrà.
Per il resto tutto, fuori da quella grata, è meravigliosamente bello, ma mille volte più brutto di quello che loro altrove hanno lasciato ad aspettare.
Campagna, mare e città comprese

Mosè



Oggi sono stanca_la vita fuori dal carcere mi ha richiesto molte attenzioni
entro in carcere sempre con un filo di forza superiore a quello che potrei:
rendo energetico tutto, dal camminare al sorridere..sono venuta qua non per dovere, ma per necessità,
la necessità di rendere sensato il mio lavorare nel mondo dello spettacolo,
la necessità di sentirmi utile al prossimo
...l'energia è il mio modo di comunicarlo, chissà se ci riesco?
insomma arrivo, arriviamo con Luciano e ormai tutti ci conoscono,
tutti ci aprono porte, cancelli, sbarre e piombo e non chiedono il nome: siamo diventati familiari...

all'alta sicurezza oggi qualcuno è teso
qualcuno non si sente colpevole, "non SONO colpevole"
non si capacita, è arrabbiato, nervoso
mi spiazza
ci investe
recrimina
vuole dire quanto è tutto assurdo
..non ha senso che io mi metta a rispondere (anche se ahimè qualche parola mi esce...luciano è molto più bravo a tacere)
ci vedo un lamento, un dolore: ma non riesco a  giudicare, a prendere le sue difese o a condannarlo
mi imbarazza...

lavoro con loro, sul testo, sulle scene da provare
ma la testa gira senza sosta
alla pausa pranzo invece arrivà Mosè: vabbè si chiama in altro modo, ma mi piace che il nome vero sia solo suo, e che il racconto che mi ha fatto, la sua persona invece, siano delle mie parole, dei vostri occhi.
Mosè mi dice che ha sbagliato
che è stato davvero un pessimo uomo
che è tanto che sta dentro
che dentro ha capito che fare quello che ha fatto è sbagliato.
Non deve cambiare: non si sento un uomo malvagio, ma un uomo che deve scegliere una nuova strada.
Sono 10 anni che è dentro..ora ne ha 34...
Penso che è entrato che era di certo uno spaccone da Tunisi che grazie alla droga aveva provato ad accorciare "le strade" (parole sue a dire il vero)...e poi è stato murato qua dentro.
Giusto, Mosè non ha più fatto del male a nessuno; Mosè qui dentro ha capito che saprebbe fare altro
(diploma di scuola media, diploma_quasi_di perito tecnico)..
Mosè se ne andrà: Mosè tornerà nella sua Tunisi bella ("manco da 15 anni, ma mi hanno detto che è diventata bellissima"), non vuole più avere a che fare con l'Italia, con il modo comunque non facile di arrivare, di entrare (clandestino nel '98), di farsi accettare. Fuori non c'è riuscito, qua dentro evidentemente si: è gentile, cordiale, sorride e davvero tutti lo ritengono BRAVO
Mosè era debole e, forse, a 24anni  predisposto: molti ce la fanno a fare gli onesti, non posso e non voglio generalizzare.
Lui non c'è riuscito, però in questo luogo chiuso e claustrofobico si è concentrato su di se e sta uscendo (lo vedi dalle lunga ciglia nere che senza posa sventolano il suo sguardo fiducioso).
Con le sue parole mi fa capire che in carcere ci sono molti come Mosè, che ti dicono, "io voglio cambiare strada, voglio cambiare il mio destino perchè non c'è nulla che non va in me, per non provarci"
Ed esperienze teatrali come queste, non partono in fondo dallo stesso principio?
Ad ognuno di loro, evidentemente, risuona dentro una frase, quando ci donano queste 4 ore a settimana
"non c'è nulla che mi impedisca di salire su un palco e provare a vedere come va a finire tra Don Giovanni e Leporello"
spero che scatti in tutti:
a chi è arrabbiato
a chi è speranzoso

mercoledì 27 ottobre 2010

il palcoscenico

iniziamo a presentarvi la scena_incrociando le dita che ce la facciano riprendere...così vedrete con gli occhi utto il lavoro fatto...
la scena sarà una scatola nera_oh TEATR..come dice francesco..
e a terra...foglie
foglie vere
foglie rosse foglie morte
che però faranno un bel rumore sotto i passi, sotto i piedi di Don Giovanni e Leporello

mercoledì 20 ottobre 2010

mangiare in carcere_la ricreazione

per mangiare in carcere - "ci si puo' mangiare"
ci si prenota per tempo
così chi cucina sa che fino a dicembre avra' due tipi in piu'..
per mangiare in mensa ci si va nell'ora e trenta di pausa che si ha..
CIOE' DALLE 11.30 ALLE 13...
lo stomaco si abitua subito: il  lavoro e' intenso, la colazione lontana...
ci aspetta sempre un cibo buono..
no, un attimo prima del cibo buono_l'odore lo annuncia
c'e' da entrare in una palazzina laterale, fuori dalle Mura che circondano le celle,
la palazzina delle guardie
un refettorio
sale con tv...un bar
tutto vecchio e un pochino sporco, dignitosamente ogni giorno sistemato...e' la struttura ad essere un po' vecchia e scarsamente fornita..
il bar e' gestito da un simpatico signore canuto, meridionale e guardia..i prezzi sono assai bassi..da lui prendiamo il buono per presentarci in mensa...
la mensa e' uno stanzone grande ed oblungo
dove ci riceve una signora a maniche corte e fretta di servire, cortese e risoluta come solo in una mensa sanno essere
sempre 2 tipi di primi e di secondi
un contorno
la frutta e l'acqua
minestre e risi i miei preferiti
luciano sperimenta un po' tutto
mangiamo di gusto e parliamo
e' il nostro momento di riposo e riusciamo a parlare..
SOLO DI TEATRO..poi anche un po' di innamorate/innaorati (siamo tutti e due ben cotti non c'e' che dire)...
mentre parliamo e il nostro tono e' molto basso..attorno invece il brusio cresce
..ci troviamo a mangiare immersi in una nuvola di guardie carcerarie che fanno chiasso e ridono, mangiano e si affollano.
pochi sono taciturni_quasi tutti meridionali e sorridenti..
su qualcuno_scusate_hai il dubbio che non sia un carcerato camuffato;
altri sembrano piccoli "rambo" finiti a guardar la campagna marchigiana, altri ancora sorridenti impiegati del catasto...i luoghi comuni qui si amplificano e si sgonfiano come dei suffle': dipende dalla temperatura che ci metti nel guardarli
faccio esercizio di masticazione lenta e rispetto dei tempi del mio stomaco a recepire cibo (tradotto non mi strafogo) ma nel giro di 40 minuti di solito ci alziamo: reggere i decibel degli altri commensali e' davvero impossibile..
dopo pranzo si sparecchia
si differenzia (!) e si depone il vassoio utilizzato_nessuno si sottrae
voliamo al bar sperando che non ci seguano con i loro decibel
 e la pace del caffe' dura il tempo di berlo senza attendere:
 tutti si riversano a concludere il pasto come noi..
penso "accidenti.. abbassate il tono!!!!!!"
poi pero' sorrido: cavolo e' la loro ricreazione

20 ottobre_tra scartoffie e realta'

sveglia
doccia
colazione_da UGO vero barista all'anconentana
e stazione.
...non rischio_pago il parcheggio
il regista arriva
veste d'arancio
mi fiondo in carcere, non scendo come al solito
ma lo saluto: mi guarda spaesato..
"tranquillo oggi ho la riunione per l'anno prossimo..appena mi libero torno da voi"
il cuore si e' stropicciato dietro quella sgommata per andare alla riunione di Ambito, sul Tavolo commissione CARCERE e TERRITORIO..bah parole di burocrazia difficile da memorizzare...
ma vitali
pochi soldi, tutti ben spesi, per progetti che servono_o tentano di servire
le Muse portano la lirica..io porto le Muse..
fffff che responsabilita'
mi rilasso e aspetto di ascoltare gli altri e poi
dico la mia
c'e' "una guerra fra poveri" con un'altra associazione che fa Teatro...
mi manca il laboratorio: vorrei essere in carcere con Luciano, con Franco e Francesco, il timido Emanuele (che ho scoperto sta mattina e' andato sul palco...e cacchio me lo son perso) e tutti quanti
per capire chi manca
chi non se l'e' piu' sentita, chi cresce e chi si perdere
vabbe' ascolto attenta tutta la riunione perche' serve
parlo
espongo
interesso
spero per il futuro
finisce
guardo l'ora
nuova sgommata, senza rimorso
mi fiondo in carcere di nuovo
sta volta per rimanerci
mi sento lo stomaco protestare: salto sempre il pranzo, ma in poco tempo si era abituato che il mercoledi' e il giovedi' si pranzava come tutti i cristiani_un po' presto...
ritorno nello spazio che c'e' solo Luciano
ho fretta di raccontargli l'incontro per il futuro, per l'anno prossimo; ma ho anche urgenza di sentire un suo racconto di mattinata
mi ritrovo in un pasticcio confuso di domande ed affermazioni
per fortuna arrivano i detenuti..e si riprende il lavoro
oggi scriviamo
fissiamo i passaggi di quello fatto e di quello che si fara'
qualcuno si sente piu' sicuro da questa impostazione
qualcun altro si annoia
vorrebbe improvvisare....luciano li aiuta e trascrive le parole che sembrano "buone": Francesco e' un fiume in piena di intuizioni e cambi repentini.
Rapisce e diverte..un onemanshow...da amalgamare agli altri...lavoro umano nelle mani del regista vestito d'arancio che si lascia andare a racconti personali..sull'Olanda e il colore arancione..
arriva la guardia_a portarci via_
"e' gia' ora?!?!!"
cavolo 2 ore e averle tutte vissute di corsa
conviene che domani mi rilassi un po'
partiamo
salutiamo
sgommiamo
stazione
sorrisi
domani
torniamo

venerdì 15 ottobre 2010

cammino contro vento - 13 ottobre

Nel giorno del laboratorio con i detenuti comuni possiamo stare nella sala che poi ospiterà lo spettacolo
e' uno stanzone lungo e basso con finistre piccole e posizionate in alto
squallido
perchè non dirselo
per ora è diviso con delle tavole di trucciolato in 3 spazi
per lo spettacolo lo renderemo tutto agibile agli attori e al pubblico studiando forme di quintaggio semplici ed essenziali
faremo, faremo..poi se penso al tempo mi viene ansia che non ce la faremo mai...
oggi luciano decide di mettere le sedie attorno al "palcoscenico".
Per rendere la scena scarna, invece di un palco, abbiamo chiesto di avere un quadrato sempre con il trucciolato...2 tavole alte pochissimi centimetri
entrare dentro il suo bordo siginificherà essere in scena
...sotto le finestre di donna Anna, a casa ad attendere il Commendatore per cena...ci vorrà fantasia..
la fantasia non è uno strumento proprio dei bambini o dei visionari
ma di tutti quelli che hanno voglia, bisogno o necessità di usarla: Luciano cerca di aiutarli anche in questo.
Alla fine saremo felici se il laboratorio avrà affinato in loro un altro senso, quello dell'immaginazione.
La prima prova che qualcosa su questo terreno l'abbiamo seminata, è quando in un esercizio semplice, prettamente memonico..Gabriele perde l'attimo, si trova in un flusso di voci altrui entro cui non riesce ad inserire la sua e dice "oddio sono un uomo che cammina controvento"...e accidenti se e' vero!!!assolutamente questa l'immagine che quel suo balbettare per riuscire ad inserirsi tra una voce e l'altra mi ha dato: uno che a Trieste cammina in piazza mentre la bora gli soffia contro.
Si è cercato di rendere più fisico possibile il lavoro del primo giorno: hanno fretta di parlare, di usare le parole, di imparare a memoria "la parte"...l'unico modo per toglier lor quest'ansia è di metterli difronte alle parole dei compagni che provano; cosi' capiscono da loro che NON funzionano..finchè non saranno convincenti fisicamente le parole non riusciranno da sole ad esserlo.
Luciano li stimola su alcune scene
io mi annoto parole

"è la tensione che rende sincera la scena, non il farlo bene"

"la vera galera è il ritorno"..recita in un pezzo che aveva imparato per un altro spettacolo, in un'altra galera Francesco: un pò retorico, ma efficace


iniziano a formasi le coppie di questo spettacolo: persone che naturalmente si mettono assieme per provare a essere Don Giovanni e Leporello...sarà un lavoro di coppia dove dovranno equilibrarsi per sentirsi credibili

qualcuno proprio non ha voglia di fare
qualcuno vuole suonare
qualcuno vuole capire
qualcuno vuole fare, ma la sua timidezza si ribella e lo inchioda alla sedia
faremo alzare tutti ognuno con la propria maniera

giovedì 14 ottobre 2010

Chi è quell'uomo?

il primo giorno che sono entrata in carcere, ho pensato
"ma chi è quell'uomo che assomiglia a mio padre?"
nei lineamenti nella posa
nel colore dei capelli
nel fisico
sembrava papà Virgilio...ma non era proprio lui
una sensazione di persona fuori fuoco
ma comunque più familiare di quello che doveva essere
è passato un mese
abbiamo iniziato a conoscerci
qualcosa di loro_dei loro reati è trapelato.
Oggi inatteso_faccio un salto di racconto, scusate
mi si avvicina e mi dice nella sua lingua che non è italiano non è espagnolo_la sua di lingua madre
"è dal primo giorno che te guardo!è stupefacente: li occhi, y li capelli, y lo sguardo, y lo coloro della pelle è identico a mi fija Adriana che ho pensato il primo giorno "oh..mia figlia è a qui dentro il carcere"
che strano sentirsi reciprocamente somiglianti
però che orgoglio: mio "padre" miguel è un bravo improvvisatore...

mercoledì 13 ottobre 2010

7 ottobre

In carcere ci entriamo a coppie di giorni
mercoledì e giovedì
Oggi è il primo giovedì di Luciano
 e incontrerà i detenuti comuni
In uno spazio ben più ampio di quello occupato il giorno prima
Giovedì tempo di colloqui
L’ingresso è pieno di persone, parenti, oggetti, sacche da perquisire, fogli da avere per poter entrare
Sembra una frontiera dove tutti sono nella speranza di passare: noi cerchiamo di stare ai margini di questo rito, che significa incontro, affetto, legami che si cuciono e si ricuciono
Guardo i volti perché sono morbidi, cerco di annotarli nella mente: non per un riconoscimento ma per la sensazione di rispetto che mi traducono
I comuni sono timidi e spacconi
Fisici e attenti ascoltatori: non partecipo al gruppo di lavoro, mi allontano..sono tanti e nessuno si accorge della mia assenza.
Sono unica donna, ma questo non imbarazza ne diventa motivo di sfida: non vogliono usare troppo  parolaccie, vogliono che capisca che il rispetto è alla categoria femminile, a me che sono entrata lì con loro, ai miei sorrisi.
Sono energetici oltre misura e si spengono senza preavviso: ammiro Luciano riesce, da buon direttore d’orchestra, a non mettere nessuno ai bordi del suo campo visivo.
L’approccio all’ascolto dei brani musicali, alla sua analisi, è sempre sincero: ondeggia molto, ma cammina su un filo che riesce a tenere Don Giovanni e Leporello appesi al loro mondo.
Leggere non li coglie impreparati: qualcuno nell’offrirsi volontario ci stupisce, qualcuno conferma capacità innate di seguire il senso nel suono armonico del testo che procede.
Nell'avanzare con il lavoro, Luciano li guida con sapienza attorno ai loro limiti: non cerca di dire un bravo a tutti e questo è apprezzato.
Sento nell’aria di questi incontri l’esigenza di tutti_da me a loro passando dal Prof per arrivare al regista_ di essere presi sul serio: essere lì è una scelta, un regalo. Non è la noia ad averli spinti fin lì: per alcuni è poter uscire dalla cella. Lo dicono con vergogna, ed invece a me suona come una profonda verità: perché sempre dobbiamo eleggere a grandi motivazioni, la ragione che ci spinge a buttarci, a provare, a entrare in una situazione nuova? Io sono qui per curiosità, per vivere il progetto più direttamente e riportare sul web e altrove il calore di quello che capita.
Sono qui per l’amore che ho per l’arte e le sue forme  e gli incontri e scontri che solo l’arte riesce a provocare.
E la musica, intanto, ci accompagna.

noi e loro 6 ottobre

riprendo ad entrare in carcere
dopo una breve pausa
me ne rientro con il regista Colavero_Luciano
adieu Professor Grassini_tutti lo mandano a salutare
benvenuto Regista Colavero
la cordialità delle guardie, dei dipendenti della casa circondariale mano a mano aumenta: i visi iniziano a riconoscersi tra loro, comunque sembra aleggi una forma di rispetto e attenzione per il nostro lavoro..ci reputano utili
scorrono veloci le pratiche di ingresso nonostante
nuova signora alla portineria
scatolone volumoniso sotto il quale mi perdo,
zaino stracolmo di Luciano di apparecchiature elettroniche
vabbè, entriamo..ma non scortati: di solito una guardia ci viene a prendere e ci porta dentro la stanza scelta per l'incontro.
Le guardie ci aspettano ad ogni varco: nel guardarci ci domandiamo senza dircelo quanto è strano avere una libertà di movimento dentro al carcere!!!
In fondo quando entri dentro una struttura così, ti senti costretto, te medesimo anche se potrai uscire.
Ma non ci spaventiamo e percorsi corridoi, attraversato cancellate...arriviamo al piano dell'"alta sicurezza": si questo è carcere_penso io
l'ambiente è un pò  più sporco degli altri luoghi
le sbarre sono ovunque, le sale sono anguste e con porte di ferro..tutto è mitigato da un colore crema, forse tutto è reso un pò più squallido da quel colore.
i "portieri" del piano ci conducono alla nostra aula: uno spazio strettissimo, che mi spaventa "cosa potranno fisicamente fare 10 persone dentro uno spazio così?!?!?"
A pochi metri da noi le sbarre delle celle: davanti ad esse una massa informe di volti e lenti movimenti, indistinti corpi che se ne escono e ne rientrano alla ricerca di qualcosa da fare.
Bene questo è un ottimo insegnamento per noi: anche in quel buco di stanza, in dieci, si sentiranno altrove, meno costretti, più se stessi.
Luciano ha una sensibilità davvero strabiliante: entra in contatto e in comunione con chiunque lì dentro senza doversi comportare in maniere eccessive o cercando espedienti. Con i ragazzi del corso si racconta senza fare un monologo, spiega senza diventare noioso, interroga senza stancarsi mai di cercare la via giusta per sapere.
La cronaca dell'incontro non è semplice da fare
perchè in una prossimità così eccessiva la percezione si dilata:
lì dentro prendere appunti sarebbe destabilizzante per i partecipanti (sembrerei una zoologa che si annota i comportamenti della specie che studia)
non partecipare ai pochi e semplici esercizi che Luciano fa per rompere il ghiaccio, una differenzazione che non ha senso di portare avanti
quindi l'analisi è parziale e a immagini così frammentarie..di cui mi scuso
ricordo Eugenio che rideva un sacco, interrompeva: forse perchè proprio non aveva voglia di mettersi in gioco come Luciano dopo poco ha chiesto. Eugenio è alto e canuto, spiritoso e con una bella voce: grande prova di maestria da parte di Luciano riuscire ad incanalare la sua attenzione.
Noah con una voglia matta di farlo il corso, di parlare di dire: ha raccontato una vicenda del suo villaggio, di suo nonno. Si è fatto prendere per i fondelli dal compagno di studi (si stanno diplomando) Giuliano come una coppia di cabaret consumata saprebbe fare..e ha desiderio di cantare e scrivere nella sua lingua.
C'è Gaetano che è di Napoli, non è venuto agli incontri di Grassini, ma conosce la vinceda del Don Giovanni è spigliato e attento. Ci racconta una cosa bellissima sulle donne di Napoli:
tutte ben truccate, ma tutte in piagiama..ripeterla qui è impossibile...ma suona come una canzone quel racconto improvvisato "professò vi troverete bene a Napoli. le donne lì...son tutte belle"
La mattina in carcere si interrompe alle 11.30
a quell'ora..SI PRANZA...
i pranzi forse è meglio che li tratto a parte
meritano la loro pagina...
alle 13 comunque si riprende, perchè alle 15...finisce tutto..senza possibilità di deroga...
noi e loro: continuamo ad amalgamarci, nella difficoltà di fare teatro in uno spazio piccolo.
saranno molte parole
saranno tante parole
che racconteranno dove e come Don Giovanni e Leporello si muoveranno nei loro dialoghi:
"l'alta sicurezza" parlerà per monologhi e creerà il paesaggio, l'intreccio su cui
i "comuni" tesseranno i loro dialoghi

martedì 12 ottobre 2010

deviare

Le persone che hanno sbagliato devono marcire in carcere o devono cercare in quella costrizione un motivo cambiamento e ripresa di una vita socialmente "accettabile"?
Tenerli in un luogo senza nulla da fare, in spazi dove dovrebbero starci in 4 e ci stanno in 7 è un modo per non metterli difronte alle loro responsabilità: solo con una possibilità da avere possono decidere.
Sento che il corso è questo: non di diventare attori, cantanti, ma di diventare uomini diversi anche grazie alla bellezza di quello che sentono, ai dubbi che la figura di Don Giovanni susciterà loro...

giovedì 23 settembre 2010

Don Giovanni è arrivato

Don Giovanni è arrivato alla casa circondariale.
La magistrale bravura del Professor Grassini ha fatto_come c'era da immaginarselo_la magia: il progetto infatti prevedeva 2 incontri/lezione sul Don Giovanni di Mozart tenute dal Professor Grassini per aiutare i partecipanti al laboratorio ad entrare nelle atmosfere della opera mozartiana iniziando a cogliere, trama, personaggi e caratteri che poi saranno materia di lavoro con il regista Colavero.
Il primo giorno la musica e le emozioni hanno fatto da padroni.
In questa seconda (16 settembre) e terza giornata (22 settembre) invece, analizzare il Don Giovanni ha portato alla ribalta molto più il testo cantato, l'esplorazione dei personaggi e dell'intreccio (E CHE INTRECCIO!!)...Attenzione diversa, ma comunque attenzione divertita partecipe
Nella cronaca delle giornate potremmo scegliere due episodi per l'apice alto e basso dell'umore del gruppo:
il detenuto Orlando che riceve in regalo il tanto desiderato libro sulla biografia di Mozart, direttamente dalla generosità del professor Grassini (con la promessa di studio e il desiderio di interrogazione finale..il prof. sghignazza "a scuola, Rossi, quanti volevano essere interrogati come Orlando!?!?"
La consegna del libro è stata dolce e forte: negli occhi di quell'uomo c'era la gratitudine vera di chi si è sentito al centro dell'attenzione di qualcuno.
Il momento triste l'ho vissuto quando all'ingresso di un gruppo, vedendo troppe assenze, mi sono sentita dire: "sono partiti, trasferiti per il processo..non sappiamo quando torneranno"..Mancavano volti di uomini attenti, convinti che quel laboratorio sarebbe loro servito. Ne verranno dei nuovi, avremo e avranno lo stesso entusiasmo...ma forse ieri abbiamo toccato con mano la precarietà del gruppo: trasferimenti, depressioni che li rendono svogliati, colloqui, processi...tutto potrebbe divenire più importante del laboratorio...ne dobbiamo essere consapevoli, senza farne una recriminazione: il lavoro avrà un altro peso..
Capisco ora cosa ho visto il primo giorno, in molti di quei sguardi: "me la godo tutta questa ora con voi, perchè non sono certo se potrò/riuscirò/vorrò venire la prossima volta"
...per me che ci starò sempre, che vedrò l'evoluzione del lavoro, del progetto
sarà una ulteriore cifra per la riflessione su queste pagine, nella mia testolina...
Don Giovanni ha cantato e soprattutto dialogato con il suo fido Leporello: il regista aveva chiesto al Prof. Grassini di mostrare questo lato dell'opera...certo anche Don Anna e Zerlina ci hanno dilettato....ma abbiamo ascoltato per lo più l'impunito signore e il suo servitore...
Aspetto il 6 ottobre per vedere su quelle persone che effetto ha fatto questo primo ascolto e questo primo incontro...
Per adesso mi rimane il ricordo di più di un  volto che provava a canticchiare...più per gusto che per conoscenza
Il commiato dal Prof è stato rapido ma sentito: lui ha ringraziato, loro hanno ringraziato nella gioia evidente di chi incontrandosi si scambia reciprocamente: "GRAZIE grazie..GraZie...."
usciamo dal carcere..continua a splendere il sole di settembre

mercoledì 15 settembre 2010

L'opera lirica a MonteAcuto_il baritono che non ti aspetti

Entriamo in carcere per la prima volta_per un nuovo ciclo di "Liberamente", progetto dedicato alla presentazione dell'opera lirica nella struttura penitenziaria di Montacuto_in un caldo mattino di Settembre.
Il 15 Settembre.
Un tempo, coincideva con l'inizio della scuola. E anche per noi, quest'oggi, è un primo giorno di scuola. La scuola dell'incontro: l'incontro tra le anime chiuse dentro e la cultura musicale che di fuori si diffonde_o prova a farlo.
Il manipolo è piccolo, come per le più grandiosi imprese: c'è il prof. Grassini e il suo così garbato e illuminante modo di spiegar le cose, anche delle più complesse.
C'è il silenzioso e attento Michele che lo accompagna e guarda sicuro ogni angolo, ogni volto: è la seconda volta che il prof. fa le sue lezioni in carcere, è quindi la seconda volta che Michele entra nel penitenziario.
Poi ci sono io: che devo fare un pò gli onori di casa, seguire tutto il processo di questi mesi di lavoro con i carcerati, capire le loro esigenze e adattarle alla burocrazia della detenzione.
Sinceramente abbiamo trovato una burocrazia sorridente, fatta di persone precise ma cordiali: abbiamo saputo rispettare i limiti e lavorare dentro il carcere non è per ora troppo complesso o troppo limitativo.
Oggi la lezione è semplice, ce la giochiamo sulla storia, sull'ascolto di brani da opere diverse: il Prof ha scelto, ponderando, brani celebri e di facile ascolto, con altri più tosti, il cui ascolto potrebbe essere più ostico: ma l'equilibrio, il suo modo..conquistano tutti.
Passiamo dall' ORFEO di Monteverdi al BARBIERE DI SIVIGLIA di Rossini, senza incontrare uno sbadiglio, uno sguardo storto.
La nostra platea è formata da DUE gruppi: tipologie diverse di reato, di permanenza, tipologie diverse di persone. Due gruppi da trattare separatamente che non si incontreranno mai in questi mesi. Un lavoro doppio, sulla carta speculare, ma che in verità traccia la linea di due laboratori distinti che speriamo sul palco si possano incontrare.  
L'entrata del primo gruppo è dolce, composta perchè un percorso separa la sala con le sedie disposte a platea e la porta d'ingresso: abbiamo modo a vicenda di studiarci, di adattarci gli uni agli altri.Noi siamo in ordine sparso disposti vicino alla cattedra: ma diamo l'idea di non essere professori barbosi e cattivi.
Subito è una cascata di strette di mano e sorrisi, ringraziamenti e "piacere" che ci danno il calore dello spazio e dei suoi abitanti.
Il primo gruppo è piccolo, è attento in silenzio con gli occhi fissi sul prof, su di noi, sull'impianto audio che ci servirà per ascoltare i brani commentati...
Loro sono anche detti AS, sono quelli che lì dentro ci staranno per un sacco di tempo, per sempre: molti  non sono giovanissimi, tutti molto distinti e pacati, lo sguardo non vaga mai, l'attenzione è totalizzante.
La lezione del prof li coinvolge fino in fondo: loro ascoltano della Accademia dei Bardi e dei virtuosismi, del fenomeno dei castrati come del verismo sempre con il silenzio di chi si sta gustando il momento e il perchè e il per come dell'esser lì: li abbiamo ringraziati per averci accolto nel loro tempo libero..ci rispondono con sorrisi e sguardi intensi che danno di questo gruppo l'idea che assaporeranno ogni istante della lezione, delle note, delle voci.
Con CAVALLERIA RUSTICANA c'è stato un momento ilare, un momento particolare: il testo in siciliano era compreso tranquillamente senza lettura della trascrizione, molti moltissimi si scopre sono siciliani..e il Prof. "accidenti proprio una bella comunità di siciliani qua in carcere"...delizia della natura spontanea e mai maliziosa del Prof Grassini.
Finiamo l'incontro con altre strette di mano, con "l'arrivederci..A DOMANI" che li rincuora...Vorrebbero la copia del CD che abbiamo portato: per noi è giusto, è normale, è sacrosanto...ecco che poi incontriamo la burocrazia (l'unico momento)..."copie di un cd masterizzato non possono essere introdotte in carcere"...spieghiamo che è una selezione di brani, inevitabilmente creata adhoc per oggi, che i brani non sono tutelati..."domani, ne parliamo domani"..una soluzione la troviamo..non abbiamo dubbi :)

il gruppo se ne va; il prof si siede e riattiva le batterie di scorta per la lezione gemella appena conclusa..
dalla porta emerge una simpatica faccia.."sei il primo..ben arrivato" dico io
"Beh non poteva essere diverso..sono superman" e ci mostra fiero la maglietta blu, la S gialla: ridiamo e scopriamo che si chiama Antonio è di Bari..e ci da l'idea che ci racconterà molto di lui nei mesi..
il gruppo, dei detenuti comuni arriva alla spicciolata: sono di più, più variegati nei tipi e nei modi..c'è superman ma c'è anche il ragazzo timido, c'è Lupo con un gran bisogno di fumare..
Il prof ricomincia: tutto uguale, tutto diverso...il gruppo è partecipativo ma non disturba, ha bisogno di muoversi, di alzarsi..ma non ci crea alcun problema..tutti assolutamente ci ascoltano...
Ma la cosa più emozionante è vederli e sentirli..ASCOLTARE: si muovono, battono il tempo con tutto il corpo..ridono e gracchiano dietro alle parti che sembrano riconoscere...leggono i fogli che abbiamo dato loro e..si mettono a cantare....troviamo in Vincenzo_campano evidentemente_la voce di un baritono che ha fumato troppe sigarette...in un altro il desiderio di sentire brani napoletani...
ma tutti cantano "VA PENSIERO" anche il ragazzo straniero. anche Orlando dallo sguardo basso.
su HABANERA qualcuno sorride sotto i baffi e probabilmente pensa alla propria di CARMEN...
siamo alla fine di nuovo..l'ora e trenta a loro dedicata è finita: di nuovo arrivederci, di nuovo mani...sorrisi sdentati aspettano di vederci domani
Domani incontreranno l'opera su cui lavoreranno IL DON GIOVANNI (uno è entusiasta perchè è Mozart.."che era uno che la musica la sapeva alla grande")..Don Giovanni: uno che forse con il pentimento non aveva molta dimestichezza. Ma questo sarà lavoro per altre giornate...