mercoledì 13 ottobre 2010

noi e loro 6 ottobre

riprendo ad entrare in carcere
dopo una breve pausa
me ne rientro con il regista Colavero_Luciano
adieu Professor Grassini_tutti lo mandano a salutare
benvenuto Regista Colavero
la cordialità delle guardie, dei dipendenti della casa circondariale mano a mano aumenta: i visi iniziano a riconoscersi tra loro, comunque sembra aleggi una forma di rispetto e attenzione per il nostro lavoro..ci reputano utili
scorrono veloci le pratiche di ingresso nonostante
nuova signora alla portineria
scatolone volumoniso sotto il quale mi perdo,
zaino stracolmo di Luciano di apparecchiature elettroniche
vabbè, entriamo..ma non scortati: di solito una guardia ci viene a prendere e ci porta dentro la stanza scelta per l'incontro.
Le guardie ci aspettano ad ogni varco: nel guardarci ci domandiamo senza dircelo quanto è strano avere una libertà di movimento dentro al carcere!!!
In fondo quando entri dentro una struttura così, ti senti costretto, te medesimo anche se potrai uscire.
Ma non ci spaventiamo e percorsi corridoi, attraversato cancellate...arriviamo al piano dell'"alta sicurezza": si questo è carcere_penso io
l'ambiente è un pò  più sporco degli altri luoghi
le sbarre sono ovunque, le sale sono anguste e con porte di ferro..tutto è mitigato da un colore crema, forse tutto è reso un pò più squallido da quel colore.
i "portieri" del piano ci conducono alla nostra aula: uno spazio strettissimo, che mi spaventa "cosa potranno fisicamente fare 10 persone dentro uno spazio così?!?!?"
A pochi metri da noi le sbarre delle celle: davanti ad esse una massa informe di volti e lenti movimenti, indistinti corpi che se ne escono e ne rientrano alla ricerca di qualcosa da fare.
Bene questo è un ottimo insegnamento per noi: anche in quel buco di stanza, in dieci, si sentiranno altrove, meno costretti, più se stessi.
Luciano ha una sensibilità davvero strabiliante: entra in contatto e in comunione con chiunque lì dentro senza doversi comportare in maniere eccessive o cercando espedienti. Con i ragazzi del corso si racconta senza fare un monologo, spiega senza diventare noioso, interroga senza stancarsi mai di cercare la via giusta per sapere.
La cronaca dell'incontro non è semplice da fare
perchè in una prossimità così eccessiva la percezione si dilata:
lì dentro prendere appunti sarebbe destabilizzante per i partecipanti (sembrerei una zoologa che si annota i comportamenti della specie che studia)
non partecipare ai pochi e semplici esercizi che Luciano fa per rompere il ghiaccio, una differenzazione che non ha senso di portare avanti
quindi l'analisi è parziale e a immagini così frammentarie..di cui mi scuso
ricordo Eugenio che rideva un sacco, interrompeva: forse perchè proprio non aveva voglia di mettersi in gioco come Luciano dopo poco ha chiesto. Eugenio è alto e canuto, spiritoso e con una bella voce: grande prova di maestria da parte di Luciano riuscire ad incanalare la sua attenzione.
Noah con una voglia matta di farlo il corso, di parlare di dire: ha raccontato una vicenda del suo villaggio, di suo nonno. Si è fatto prendere per i fondelli dal compagno di studi (si stanno diplomando) Giuliano come una coppia di cabaret consumata saprebbe fare..e ha desiderio di cantare e scrivere nella sua lingua.
C'è Gaetano che è di Napoli, non è venuto agli incontri di Grassini, ma conosce la vinceda del Don Giovanni è spigliato e attento. Ci racconta una cosa bellissima sulle donne di Napoli:
tutte ben truccate, ma tutte in piagiama..ripeterla qui è impossibile...ma suona come una canzone quel racconto improvvisato "professò vi troverete bene a Napoli. le donne lì...son tutte belle"
La mattina in carcere si interrompe alle 11.30
a quell'ora..SI PRANZA...
i pranzi forse è meglio che li tratto a parte
meritano la loro pagina...
alle 13 comunque si riprende, perchè alle 15...finisce tutto..senza possibilità di deroga...
noi e loro: continuamo ad amalgamarci, nella difficoltà di fare teatro in uno spazio piccolo.
saranno molte parole
saranno tante parole
che racconteranno dove e come Don Giovanni e Leporello si muoveranno nei loro dialoghi:
"l'alta sicurezza" parlerà per monologhi e creerà il paesaggio, l'intreccio su cui
i "comuni" tesseranno i loro dialoghi

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