giovedì 28 ottobre 2010
Mosè
Oggi sono stanca_la vita fuori dal carcere mi ha richiesto molte attenzioni
entro in carcere sempre con un filo di forza superiore a quello che potrei:
rendo energetico tutto, dal camminare al sorridere..sono venuta qua non per dovere, ma per necessità,
la necessità di rendere sensato il mio lavorare nel mondo dello spettacolo,
la necessità di sentirmi utile al prossimo
...l'energia è il mio modo di comunicarlo, chissà se ci riesco?
insomma arrivo, arriviamo con Luciano e ormai tutti ci conoscono,
tutti ci aprono porte, cancelli, sbarre e piombo e non chiedono il nome: siamo diventati familiari...
all'alta sicurezza oggi qualcuno è teso
qualcuno non si sente colpevole, "non SONO colpevole"
non si capacita, è arrabbiato, nervoso
mi spiazza
ci investe
recrimina
vuole dire quanto è tutto assurdo
..non ha senso che io mi metta a rispondere (anche se ahimè qualche parola mi esce...luciano è molto più bravo a tacere)
ci vedo un lamento, un dolore: ma non riesco a giudicare, a prendere le sue difese o a condannarlo
mi imbarazza...
lavoro con loro, sul testo, sulle scene da provare
ma la testa gira senza sosta
alla pausa pranzo invece arrivà Mosè: vabbè si chiama in altro modo, ma mi piace che il nome vero sia solo suo, e che il racconto che mi ha fatto, la sua persona invece, siano delle mie parole, dei vostri occhi.
Mosè mi dice che ha sbagliato
che è stato davvero un pessimo uomo
che è tanto che sta dentro
che dentro ha capito che fare quello che ha fatto è sbagliato.
Non deve cambiare: non si sento un uomo malvagio, ma un uomo che deve scegliere una nuova strada.
Sono 10 anni che è dentro..ora ne ha 34...
Penso che è entrato che era di certo uno spaccone da Tunisi che grazie alla droga aveva provato ad accorciare "le strade" (parole sue a dire il vero)...e poi è stato murato qua dentro.
Giusto, Mosè non ha più fatto del male a nessuno; Mosè qui dentro ha capito che saprebbe fare altro
(diploma di scuola media, diploma_quasi_di perito tecnico)..
Mosè se ne andrà: Mosè tornerà nella sua Tunisi bella ("manco da 15 anni, ma mi hanno detto che è diventata bellissima"), non vuole più avere a che fare con l'Italia, con il modo comunque non facile di arrivare, di entrare (clandestino nel '98), di farsi accettare. Fuori non c'è riuscito, qua dentro evidentemente si: è gentile, cordiale, sorride e davvero tutti lo ritengono BRAVO
Mosè era debole e, forse, a 24anni predisposto: molti ce la fanno a fare gli onesti, non posso e non voglio generalizzare.
Lui non c'è riuscito, però in questo luogo chiuso e claustrofobico si è concentrato su di se e sta uscendo (lo vedi dalle lunga ciglia nere che senza posa sventolano il suo sguardo fiducioso).
Con le sue parole mi fa capire che in carcere ci sono molti come Mosè, che ti dicono, "io voglio cambiare strada, voglio cambiare il mio destino perchè non c'è nulla che non va in me, per non provarci"
Ed esperienze teatrali come queste, non partono in fondo dallo stesso principio?
Ad ognuno di loro, evidentemente, risuona dentro una frase, quando ci donano queste 4 ore a settimana
"non c'è nulla che mi impedisca di salire su un palco e provare a vedere come va a finire tra Don Giovanni e Leporello"
spero che scatti in tutti:
a chi è arrabbiato
a chi è speranzoso
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