mercoledì 13 ottobre 2010

7 ottobre

In carcere ci entriamo a coppie di giorni
mercoledì e giovedì
Oggi è il primo giovedì di Luciano
 e incontrerà i detenuti comuni
In uno spazio ben più ampio di quello occupato il giorno prima
Giovedì tempo di colloqui
L’ingresso è pieno di persone, parenti, oggetti, sacche da perquisire, fogli da avere per poter entrare
Sembra una frontiera dove tutti sono nella speranza di passare: noi cerchiamo di stare ai margini di questo rito, che significa incontro, affetto, legami che si cuciono e si ricuciono
Guardo i volti perché sono morbidi, cerco di annotarli nella mente: non per un riconoscimento ma per la sensazione di rispetto che mi traducono
I comuni sono timidi e spacconi
Fisici e attenti ascoltatori: non partecipo al gruppo di lavoro, mi allontano..sono tanti e nessuno si accorge della mia assenza.
Sono unica donna, ma questo non imbarazza ne diventa motivo di sfida: non vogliono usare troppo  parolaccie, vogliono che capisca che il rispetto è alla categoria femminile, a me che sono entrata lì con loro, ai miei sorrisi.
Sono energetici oltre misura e si spengono senza preavviso: ammiro Luciano riesce, da buon direttore d’orchestra, a non mettere nessuno ai bordi del suo campo visivo.
L’approccio all’ascolto dei brani musicali, alla sua analisi, è sempre sincero: ondeggia molto, ma cammina su un filo che riesce a tenere Don Giovanni e Leporello appesi al loro mondo.
Leggere non li coglie impreparati: qualcuno nell’offrirsi volontario ci stupisce, qualcuno conferma capacità innate di seguire il senso nel suono armonico del testo che procede.
Nell'avanzare con il lavoro, Luciano li guida con sapienza attorno ai loro limiti: non cerca di dire un bravo a tutti e questo è apprezzato.
Sento nell’aria di questi incontri l’esigenza di tutti_da me a loro passando dal Prof per arrivare al regista_ di essere presi sul serio: essere lì è una scelta, un regalo. Non è la noia ad averli spinti fin lì: per alcuni è poter uscire dalla cella. Lo dicono con vergogna, ed invece a me suona come una profonda verità: perché sempre dobbiamo eleggere a grandi motivazioni, la ragione che ci spinge a buttarci, a provare, a entrare in una situazione nuova? Io sono qui per curiosità, per vivere il progetto più direttamente e riportare sul web e altrove il calore di quello che capita.
Sono qui per l’amore che ho per l’arte e le sue forme  e gli incontri e scontri che solo l’arte riesce a provocare.
E la musica, intanto, ci accompagna.

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